L'utilizzo e l'integrazione dei database amministrativi e clinici in un percorso di audit clinico sulla BPCO

Vincenzo Frizzo

Negli ultimi anni si è osservata una crescente applicazione dei metodi epidemiologici: nella programmazione dei servizi sanitari e socio-sanitari; nel governo clinico, attraverso analisi articolate dei profili prescrittivi e dei percorsi assistenziali; nella valutazione della qualità delle prestazioni erogate e della loro ricaduta in termini clinici ed economici.

Tale applicazione è stata preceduta e accompagnata da un’evoluzione nella gestione dei sistemi informativi sanitari aziendali, a partire dalle modalità di raccolta ed archiviazione dei dati relativi alle prestazioni ed al relativo rimborso da parte del Sistema Sanitario Regionale (es. ricoveri, assistenza specialistica ambulatoriale, prescrizioni farmaceutiche). Sono stati sviluppati strumenti e flussi informativi dedicati, che seppur creati a scopo amministrativo, sono stati sempre più organizzati ed integrati in sistemi di datawarehouse aziendali e quindi utilizzati per la valutazione epidemiologica, economica ed organizzativa. Per questi scopi si sono rivelati uno strumento di formidabile potenza, soprattutto per gli studi retrospettivi e per le analisi che hanno come elemento caratterizzante la definizione di fenomeni dinamici ad ampia variabilità nel tempo, quali l’esposizione a farmaci.

L’utilizzo degli strumenti informatici, coniugato alla tradizionale raccolta “ad hoc” per integrare o validare i dati con la revisione delle cartelle cliniche, rappresenta pertanto oggi una risorsa imprescindibile per la ricerca epidemiologica e valutativa, così come per le attività di audit clinico. In questo ambito, infatti,  il contributo dei database consente sia di descrivere in modo articolato i profili clinici e prescrittivi (ed i relativi percorsi di cura), sia di identificare i pazienti per i quali - alla luce degli obiettivi dell’attività - si pone la necessità di un approfondimento. Più in generale, sono oramai numerose le applicazioni al governo clinico, per esempio nello studio dell’appropriatezza dell’assistenza, del rispetto di linee guida e percorsi diagnostico terapeutici.

Risulta cruciale a questo scopo che l’identificazione di obiettivi di miglioramento parta dall’analisi dei dati reali, e che l’analisi di questi ultimi sia un processo che coinvolga i diretti interessati attraverso la definizione di una comune metodologia, di comuni basi informative, di comuni strumenti di gestione, discussione e monitoraggio.

Un processo “informato” e “partecipato” facilita la messa a punto di piani e programmi realizzabili, migliora l’identificazione delle risorse necessarie e facilita nel tempo lo sviluppo di nuove competenze (capacity building) e conoscenze.

Sulla base di queste premesse, GSK si è resa promotrice di un progetto di Audit Clinico (processo di miglioramento continuo della qualità e appropriatezza delle cure) denominato QuADRO che vede ASL e Regioni su tutto il territorio nazionale impegnate a promuovere nella pratica del Medico di Medicina Generale il valore dell’appropriatezza prescrittiva nella diagnosi e trattamento della BPCO, attraverso una metodologia di analisi e review dei dati amministrativi e clinici assicurando livelli assistenziali di elevata qualità.