Carmine Pinto
Segretario Nazionale AIOM
U.O.C. di Oncologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Bologna, Policlinico S.Orsola-Malpighi
Il
paziente oncologico: luci ed ombre di otto anni di registri e le
prospettive future
Il progresso della
ricerca clinica e farmacologica in Oncologia e la prospettiva
sempre più consistente di terapie personalizzate se da una parte
hanno in maniera rilevante impattato sull’outcome clinico dei
pazienti oncologici dall’altra hanno determinato problematiche
ugualmente rilevanti di sostenibilità economica per il SSN.
Dalla necessità di un condiviso equilibrio tra garanzia di
accesso alla migliore “cura” per i pazienti, sviluppo della
cultura dell’appropriatezza prescrittiva per gli Oncologi e
compatibilità con le risorse economiche per il SSN, scaturiva la
realizzazione e l’introduzione dei registri dei farmaci
oncologici. Quali sono i punti di partenza e le criticità.
Partiamo da una non riconosciuta definizione di innovatività,
dalla necessità di un approfondimento del concetto prezzo e
valore di un farmaco innovativo, e dal diverso ruolo delle
agenzie regolatorie sovranazionali e nazionali.
La criticità maggiore risulta nel riconoscimento di quali sono i
presupposti per l’approvazione di un farmaco da parte degli
organismi regolatori e di come misurare il reale “beneficio
clinico” che si concretizza in “una vita più lunga” ed in “una
vita migliore” per i pazienti, considerando negli studi clinici
anche i loro surrogati validati.
Quale è il limite incrementale che ci permette di considerare un
reale vantaggio per un farmaco ed il suo “adeguato” costo? Su
questi punti devono svilupparsi le nostre riflessioni. Il valore
incrementale di un nuovo farmaco non può non essere considerato
se non nel miglioramento percentuale che introduce nell’ambito
della singola patologia neoplastica, che risulta differente tra
i singoli tumori e nelle diverse fasi di trattamento del
paziente. Questo valore inoltre non può essere considerato
isolatamente ma bensì nell’ambito delle strategie di controllo
clinico.
Va inoltre sostenuta e implementata la ricerca per la
definizione di setting su base molecolare e/o clinica per l’identificazine
dei pazienti che ricevono il maggior beneficio da un farmaco.
Una rilevante problematica è rappresentata dal disallineamento
tra agenzie sovranazionali (FDA, EMA) che considerano efficacia
e tossicità di un farmaco, e l’agenzia nazionale (AIFA) che
interviene su prezzo e rimborsabilità. I registri per i farmaci
oncologici hanno implementato lo sviluppo dell’appropriatezza
prescrittiva, e questo, come valutato anche in una recente
survey dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), è
stato positivamente considerato dagli oncologi italiani, che
hanno costantemente sostenuto il peso “burocratico” di questo
processo, in assenza di un ritorno sistematico di dati e
informazioni. I registri dei farmaci oncologici, superate le
attuali criticità che richiedono interventi immediati e non più
procrastinabili, dovranno sempre più correlarsi alle strategie
di trattamento e alle linee guida nazionali, e sostenere sistemi
di rimborsi in parallelo con i dati post-registrativi di
effectiveness.
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